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Riflessioni di un terapeuta

In questi ultimi 25 anni, durante le sedute terapeutiche con i miei pazienti ho avuto la fortuna di esplorare direttamente quell’affascinante universo della coscienza umana ed in particolare le dinamiche che riguardano i nessi tra la coscienza e il corpo fisico. In questa breve esposizione vorrei segnalare come, a partire da una qualsiasi patologia, sia possibile intraprendere un viaggio che allarghi gli orizzonti e permetta di evolverci per acquisire nuove modalità d’essere.
Sempre più persone stanno acquisendo la capacità di effettuare delle connessioni tra il proprio modo di essere, le proprie patologie attuali e gli eventi vicini e lontani nel tempo che li hanno prodotte. Si tratta di persone normali che tramite degli esercizi per espandere la propria attenzione o in modo spontaneo, hanno la possibilità di sentire direttamente cosa accade nel proprio corpo e percepire contemporaneamente tramite visioni, ricordi, intuizioni, gli eventi del passato che non sono stati completamente integrati nella coscienza attuale.
Questa mancata integrazione influisce sui processi fisiologici fino alla nascita e strutturazione di patologie.
Molte persone vivono esperienze, ricordi, visioni che sembrano appartenere a frammenti di cosiddette vite passate. Non entro ora negli schemi con cui la coscienza ordinaria tenta di classificare queste esperienze, possiamo pensare che il soggetto s’inventi tutto, che siano rappresentazioni oniriche oppure frammenti veri di vite passate. Questo è irrilevante ai fini pratici! Nella mia esperienza è apparso un dato inequivocabile: ogniqualvolta il soggetto vive queste esperienze a livello di coscienza riunificata (uno stato in cui mente e corpo siano uniti), si producono degli effetti che influiscono istantaneamente nella fisiologia trasformandola e liberando delle energie vitali preziose per la guarigione e l’evoluzione.
La trasformazione avvenuta è irreversibile e quei contenuti smettono di creare ostacoli sia a livello somatico che psichico. Tali esperienze avvengono in stati di coscienza assolutamente naturali. Solamente la nostra ristrettezza mentale a volte li definisce come stati alterati di coscienza. Il beneficio non si ottiene solo al livello cosiddetto spirituale o interiore ma interessa anche la manifestazione fisica della malattia.
A questo punto è chiaro che un’ernia discale, una scoliosi, una forma tumorale ecc., non sono altro che ottime occasioni per scoprire cosa si cela dietro l’apparenza.
Gran parte della medicina attuale ostacola tutto ciò, un paziente che avesse accesso diretto ai propri processi di guarigione, alla comprensione delle cause delle proprie malattie e alla percezione della propria vitalità sarebbe difficilmente gestibile e ben poco remunerativo.
D’altro canto, molti pazienti preferiscono la falsa sicurezza offertagli da un tipo di medicina che non vada a scalfire le proprie abitudini e le proprie strutturazioni con le quali stanno spegnendo la propria Vita anche se cronologicamente vivono cent’anni. È giunto il momento in cui i terapeuti che abbiano a cuore il rispetto del Vivente condividano le loro esperienze oltrepassando i limiti delle lauree dei diplomi e delle tecniche. Si avvicinano i tempi in cui gran parte del processo terapeutico sarà favorito dalla capacità del terapeuta di essere in contatto con la propria Essenza. Questo provoca effetti istantanei nella coscienza e nella fisiologia del paziente.
Mi auguro di contattare persone interessate a queste tematiche per uno scambio di esperienze.

Treviso 21 gennaio, 2001
Giuseppe Chieppa

Confidate nei vostri occhi
E non vedrete;
Confidate nelle vostre orecchie
E diventerete sordi;
Concentratevi solo sui sintomi
E lascerete da parte l’essenziale;
Rincorrete la perfetta salute
E zoppicherete.
Il vero terapeuta lascia i propri sensi da parte
E si muove dal centro della sua intuizione;
Irreprensibile, si dà il diritto
Di essere esattamente quello che è.

Haven Treviño “Le Tao de la guerison”